Cultura

Albero di Natale: il simbolo della festività più attesa dell’anno

Simbolo delle festività natalizie, nel mondo occidentale, porta nelle case la magia; addobbato e sfavillante è il giusto must per ricreare la calda atmosfera del periodo. Stiamo parlando dell’albero di Natale, elemento essenziale dell’arredo natalizio, che un tempo veniva appeso, a testa in giù, al soffitto. Quanto alle origini di questa tradizione, si narra che, a Tallinn, in Estonia, venne allestito a festa un grande albero, proprio nella piazza centrale. Ricorreva l’anno 1441. Anche i romani ed i celti celebravano con un albero, o con un rametto verde, la nascita della vita. Lento il passaggio fino a noi, ed esattamente, attraverso la Germania e giungendo fino alle regioni mediterranee dell’Europa.

L’avvicinarsi del Natale dà il via agli acquisti più disparati. Immancabili, gli scintillanti alberi delle Feste, alti in media circa 1,8-2,1 metri stando a quanto riferisce la National Christmas Tree Association. In questo periodo, accade che le vendite degli abeti si incrementino a dismisura e che gli acquisti di queste conifere aumentino. Il fenomeno è mondiale. Per fare un esempio, uno per tutti, nella nostra Nazione ammontano a ben 13 milioni e mezzo gli alberi veri venduti (ed acquistati) nel periodo delle Feste. Di questi, 3 milioni e 600 sono abeti. A dirlo le stime stilate da Coldiretti. Per gestire il fenomeno, occorre rispettare alcune regole. Il massimo sarebbe optare per gli alberi provenienti da realtà forestali certificate Pefc così da finanziare chi difende l’ambiente. Altro valido suggerimento è di preferire arbusti ‘made in Italy’, perché più vicino è il luogo di coltivazione, o il bosco dal quale l’albero è stato prelevato, e minori saranno i chilometri del tragitto da compiere. Di conseguenza, grazie alle minori emissioni nocive, minore sarà l’impatto ambientale.

Questi sempreverdi provengono in grandissima quantità dalla Danimarca, che è tra i principali produttori. In Italia, sono in maggioranza i vivai ad occuparsi della loro coltivazione, oppure, anche se in minima parte, vengono diffusi i ‘cimali’ (o punte d’abete), che altro non sono che le cime recise degli alberi. Svariate, poi, sono le qualità di abete presenti in Europa. Nel bel Paese, il più comune è l’abete rosso, detto peccio (Picea abies), che popola le Alpi ed il resto d’Europa. Per capirci, è il tipico albero di Natale, quello più scelto per addobbare gli angoli delle case con addobbi e luci, insieme all’abete del Caucaso, considerato “il capo degli alberi di Natale”, scelto da chi non tollera la fragranza tipica di queste ornamentali conifere. Nell’Europa Centrale e nei Paesi nordici, più raro ma possibile l’utilizzo di pini, o altre conifere sempreverdi, così come altri tipi di albero, quali le Magnolie grandiflora.

Dati forniti da EUFORGEN, acronimo che indica l’ “European Forest Genetic Resources Programme”, consorzio che si occupa di formare, a livello europeo, genetisti forensi. Istituito nel 1994, lancia il programma di cooperazione internazionale per incentivare, in Europa, la conservazione delle risorse genetiche forestali e, contestualmente, il loro uso sostenibile al fine di realizzare una gestione forestale sostenibile.

Non va sottovalutato – tutt’altro! – lo smaltimento degli alberi, che deve avvenire nel modo più “natural correct” (ndr) possibile. A differenza di quanto si possa pensare, ripiantarlo in un bosco non è l’opzione corretta. Evitare di immetterli, dopo lo sradicamento, nei boschi in cui è già presente l’abete per impedire danni alle specie autoctone: pena, l’innescarsi di meccanismi di inquinamento genetico, attesa la provenienza estera della maggior parte degli abeti e tenuto conto che di essi si ignorano origine e patrimonio genetico. Molto più sicuro, allora, sarà la modalità “fai-da-te“, ripiantando cioè l’abete nel giardino di casa. Se si è seccato, invece, destinarlo alla raccolta compostabile, e trasformarlo in fertilizzante naturale, sarà il da farsi. E allora tutti a casa e buone Feste!

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