Ambiente

Maglia nera per la Sicilia nel rapporto Ecosistema urbano 2020

L’Italia apre le porte al cambiamento, attuando un percorso di salvaguardia dell’ambiente naturale, già avviato dall’Europa, e lo fa predisponendo trasformazioni atte a rendere sempre più concreto il concetto di sostenibilità. E se, pur restando indietro rispetto alle realtà comunitarie, le città settentrionali accennano a spiccare il volo ‘green‘ per tentare l’eccellenza, non può dirsi, tuttavia, lo stesso per il Meridione, le cui città si posizionano dal cinquantesimo posto in poi in classifica.

Agrigento è cinquantesima, Enna 66esima, Trapani 76esima, Caltanissetta 87esima, Messina arriva 97esima e Siracusa 99esima. Ragusa si posiziona addirittura centesima nella classifica delle performance ambientali. Per non parlare, poi, di Catania che è centunesima e Palermo che è 103esima su 400 capoluoghi di provincia. Questi i numeri di un Sud d’Italia che, guardando alla vivibilità urbana, proprio non decolla. È quanto emerge dal ventisettesimo rapporto Ecosistema Urbano 2020, che annualmente traccia il livello delle performance ambientali dei capoluoghi italiani. Stilato da Legambiente in collaborazione con Ambiente Italia e Il Sole 24 ore, il report si basa sui dati relativi all’anno 2019, classificandosi pre-pandemico.

Diventa, allora, indispensabile apportare modifiche agli stili di vita imposti dallo stato emergenziale, pianificare trasformazioni urbane ecosostenibili. All’uopo, basterebbe urbi et orbi prendere esempio dalle realtà vincenti altrove, che realizzano buoni risultati, nel tentativo di portarsi al livello di città in cui l’impatto ambientale è pari a zero e la vivibilità raggiunge il livelli ottimali. Il tutto, sicuramente, facendo i conti con la pandemia. E chissà se, nel 2021, il Sud sarà riuscito a realizzare l’impennata verso una sana, necessaria ecosostenibilità?

Uscire dalla triplice emergenza attuale (sanitaria, economica e climatica) al fine di una proiezione futura. Il virus, in particolare, dà una accelerata alla mobilità alternativa ed alla rigenerazione dei territori. In questa fase, un ruolo di punta viene svolto dai sindaci e dalle città. Meno smog, trasporti a basso impatto, raccolta differenziata e gestione idrica i parametri assunti. Per ciascun indicatore vengono assegnati punteggi che individuano e descrivono il tasso di sostenibilità della città reale rispetto a quella ideale. Nessun capoluogo totalizza il punteggio di 100 Non riuscendo a rispettare i limiti di legge, né garantire una qualità ambientale buona.

Vogliamo dare un contributo alla riflessione globale sul futuro delle città, – spiega Mirko Laurenti, responsabile Ecosistema Urbano – partendo dalle esperienze positive, da chi è riuscito negli anni a realizzare significative azioni e cambiamenti in chiave green. Nel nostro Paese la sfida, ora, deve essere quella di pianificare gli interventi dandogli continuità. Copiare dalle altre città europee. Far sì che il Governo istituisca finalmente una cabina di regia per le città e, utilizzando con criterio il Recovery Fund europeo, sostenga e spinga i sindaci affinché imbocchino con decisione la strada della sostenibilità, dando gambe a quei progetti che rappresentano l’unica via per stare al passo con l’Europa e il resto del mondo, guardando con fiducia a un futuro più sostenibile, condiviso, salubre. I cittadini delle nostre città, in gran parte, lo chiedono con forza”.

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