Viaggi

Tortuguero un’immersione nella natura

Arrivare al parco protetto del Tortuguero nel nord est del Costa Rica non è stato facile, ma finalmente, dopo aver preso alloggio nel lodge che mi è stato assegnato, posso assaporare un’immersione totale in una foresta tropicale che si presenta ai miei occhi semplicemente spettacolare. Lungo il Rio Tortuguero, che ci ha condotto a destinazione i primi coccodrilli, assolutamente immobili sulla riva, tanto da sembrare imbalsamati ci hanno fatto capire in quale tipo di ambientazione ci saremmo ritrovati di lì a poco. Il villaggio turistico che ci ospita è molto accogliente, per la prima volta mi ritrovo in una situazione dove avventura e comodità sono in equilibrio; un’armonia, questa che mi permetterà di rilassarmi senza perdere quelle spinte emozionali che caratterizzano i miei viaggi. La stanza è fin troppo grande, l’arredamento è semplice ma molto gradevole, tutto si presenta curato e pulito. Dopo un pasto vegetariano, mi abbandono in un’amaca, al riparo dalla solita piogerellina caraibica, che se all’inizio può sembrare fastidiosa alla fine ci si fa l’abitudine. Osservo il Cerro Tortuguero, vulcano ormai estinto, che si staglia oltre il Rio e che scorre a pochi metri dalla mia postazione; non più impetuoso, lentamente penetra in questa selva tropicale, che mi avvolge e innesca in me la voglia di iniziare a dar vita ai miei primi scatti fotografici. Mi impongo di rimanere tranquilla a dondolarmi nell’amaca, ad assaporare il silenzio della selva sopraffatta dal rumore della pioggia e mi pongo all’ascolto di una struggente musica caraibica, che sembra provenire da un luogo lontano. Al cessar della pioggia assistiamo ad un tramonto senza pari e al crepuscolo ci viene data la possibilità di visitare la spiaggia dove le tartarughe depongono le uova. Il tragitto è lungo, visto che noi alloggiamo sulle rive del Rio interno; ben due fiumi scorrono paralleli prima di buttarsi nel mar dei Caraibi. Su una bianca spiaggia vengono a deporre ben quattro specie di tartarughe marine: la grande Baula, la Verde, la Caguana e la Caretta. Raggiungiamo la spiaggia dopo una breve escursione al Cerro Tortuguero; una volta che ci addentriamo nella folta vegetazione gli insetti non ci danno tregua, per fortuna che ho come protezione un copricapo a cui ho aggiunto una velina. Limitrofo alla spiaggia un piccolo villaggio colorato con le sue vecchie case di legno ci accoglie; gli abitanti, per lo più creoli, cordialmente ci invitano ad unirci alle “Loro” sensuali danze. Purtroppo una lancia a motore ci riporta velocemente ai nostri lodge. Abbandonata nel mio letto, odo in lontananza le scimmie urlatrici che mi creano una certa ansia, fino a quando non sprofondo in un sonno ristoratore. Un ruggito, che sembra provenire dal mare rimbomba nella notte e mi sveglio con il letto che trema. Un terremoto, ma non so davvero dove andare. Esco, percepisco la selva che mi inghiotte. Gli altri sparuti ospiti sembra che non abbiano avvertito alcunché; forse troppo stanchi per reagire alla natura che fin dalla prima notte ci ricorda il suo saper essere Madre e Matrigna, che con una forza primordiale respinge e vince, noi, uomini inermi. Il Tortuguero nel verde incontenibile della selva cela animali di ogni genere: bradipi, caimani, tucani, scimmie e insetti dalle dimensioni inimmaginabili. Al risveglio da quest’insolita notte mi ritrovo al mattino immersa in un paesaggio magico e inatteso; non capita tutti i giorni un dopo colazione con un’escursione in canoa tra le mangrovie e con un caimano, sperando che non sia un coccodrillo, che sfiora la mia precaria imbarcazione. Al mio remare titubante, “ Lui” si sofferma e con un occhio biricchino mi scruta per poi scivolare via, lasciandomi con un livello di andrenalina leggermente alterato.

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